Dal lago di Como ai vigneti delle Langhe, dall’affaccio sul Mar Adriatico alla vista della città dal ristorante più alto d’Italia: alcuni degli indirizzi più suggestivi per un caffè con vista.
Avete mai bevuto un caffè ammirando lo scorrere del tempo in un vigneto? Oppure goduto della vista sui tetti della città mentre sorseggiate un cocktail al caffè? O ancora vi siete persi nei vostri pensieri bevendo un cappuccino osservando le onde del mare? Talvolta a fare l’esperienza non è solo quello che abbiamo ordinato, ma anche il contesto, la possibilità di riempirsi gli occhi di bellezza e meraviglia. Ecco che abbiamo selezionato cinque indirizzi in Italia, da nord a sud, in cui vivere un’esperienza caffè d’eccezione, con una vista indimenticabile che è parte indissolubile del pacchetto.
Caffè con vista lago: Musa, Lago di Como
Sono molti i motivi per cui il lago di Como è un posto così amato, grazie a quella magia che unisce in un colpo d’occhio l’acqua con le cime delle Alpi che vi si specchiano. Non mancano i luoghi esclusivi in cui alla bellezza circostante si aggiungono un lusso raffinato, arredi ricercati e un servizio impeccabile. Uno di questi è il Musa, hotel a cinque stelle abituato a una clientela per la maggior parte internazionale, alla quale regala un’esperienza di “Italian way of life”. Il caffè, a qualunque ora del giorno, fa parte dell’esperienza, insieme a una vista indimenticabile sul lago di Como.
“Da circa un anno ci siamo approcciati al mondo dello specialty coffee diventando un’insegna di 1895 Coffee Designers by Lavazza”, spiega a noi di The Blender l’Assistant Bar Manager Luca Salvioli. Caffè estratti in V60 (qui tutti i segreti) e infusioni sono particolarmente richiesti, anche se non mancano gli ospiti stranieri che chiedono un espresso per vivere un’esperienza “da italiani”. E in questo solco, racconta Salvioli, “ci stiamo attrezzando per il servizio di caffè estratto con la moka, per offrire un’esperienza ancor più autentica”. E ancora cappuccini, cocktail con il caffè e richiestissimi Iced Coffee, tutti immancabilmente ammirando la brezza che accarezza lo specchio del lago.
Ammirare Torino dal ristorante più alto d’Italia: Piano 35
Esattamente a 167,25 metri d’altezza la vista sul reticolato urbano di Torino è incredibile. Siamo nel ristorante più alto d’Italia, ospitato sulla cima del Grattacielo Intesa Sanpaolo, un’avveniristica costruzione che guarda la città sabauda dall’alto. Piano 35 è la collocazione sul grattacielo, con due diversi outlet divisi e complementari: il ristorante guidato dallo chef Marco Sacco, (due stelle Michelin al Piccolo Lago, a due passi da Verbania, e una stella Michelin qui a Torino), e il cocktail bar affidato al figlio Simone Sacco, che ha rinnovato in questa cornice la tradizione dell’aperitivo alla torinese.
Godersi un cocktail al caffè baciati dalla luce del sole al tramonto è un’esperienza che difficilmente riuscirete a cancellare dalla mente. Ancor di più, sorseggiando un Bicerin contemporaneo (e alcolico), in cui Sacco ha ripreso la classica bevanda torinese, miscelando vermouth rosso, sherry, liquore al caffè, il tutto chiarificato con il latte per un risultato dal giallo limpido.
In carta, al ristorante Piano 35, affidato alle sapienti mani dello chef resident Christian Balzo, il pasto si chiude con gusto con una tazzina di caffè della collezione di miscele di qualità sostenibile Lavazza La Reserva de ¡Tierra!
Cosa rende l’esperienza ancora più dolce? Una piccola chicca. “Serviamo l’espresso con un gianduiotto, realizzato per noi da una nota cioccolateria“, conclude Sacco.
Horto Milano: un ecosistema sostenibile
Ritrovarsi sui tetti di Milano e avere una stella verde Michelin (oltre alla stella per la cucina). Non è un ossimoro, ma il progetto di Horto, il rooftop sostenibile del Palazzo The Medelan, che si concretizza in un ristorante che dà vita a una nuova sinergia fra cucina e territorio. Qui lo chef Alberto Toè è stato scelto dal suo mentore Norbert Niederkofler per rendere metropolitana la sua filosofia Cook the Mountain. Questo significa privilegiare materie prime vicine e, se non è possibile, come nel caso del caffè, sceglierle in base al rispetto dell’ecosistema di chi coltiva. Dal rooftop dell’esclusivo palazzo (da qui la vista sul centro città è magnifica), rinnovato, dunque, in chiave sostenibile, Horto invita gli ospiti a vivere un momento di evasione, elevandosi dal caos della metropoli, immergendosi nella natura in pieno centro della città.
Sul progetto: “Il mondo continua a dirci che dobbiamo cambiare il modo in cui approcciamo la quotidianità e il rapporto con il tempo. Il progetto di Horto è volto al desiderio di proporre un nuovo modello, partendo da questa consapevolezza, dalla cucina e dal rapporto con il locale, grande ricchezza molto spesso dimenticata” dichiarano i co-fondatori Osvaldo Bosetti e Diego Panizza.
Sulla cucina: “Il mio approccio sostenibile nasce con un obiettivo preciso: trovare un equilibrio con tutto quello che ci circonda. Sono entusiasta di essere parte di questo progetto innovativo, catalizzatore di comportamenti rispettosi, in cui ogni scelta è guidata da una visione etica condivisa. Essere riusciti a trovare una sua applicazione nel cuore di Milano, puntando su prodotti locali e una filiera corta, è motivo di orgoglio” spiega Niederkofler.
Ma che bel castello: Alessandro Mecca, Al Castello di Grinzane Cavour
Nel cuore delle Langhe, la stessa vista sui vigneti di cui godeva il conte Camillo Benso. Siamo proprio nel castello in cui visse, a Grinzane Cavour, tra le Langhe e Roero, dove nascono alcuni fra i vini più pregiati d’Italia. “In una sala panoramica a cavallo fra caffetteria e il ristorante guidato da Alessandro Mecca – ci racconta Martina Loffi, responsabile comunicazione della struttura Al Castello di Grinzane Cavour – facciamo scegliere ai clienti se desiderano bere un espresso in macchina o moka”. Ogni tazzina è servita con la coccola della piccola pasticceria, presa dalla tradizione piemontese, dal bignè al bacio di dama. È rito del caffè al gastronomico, che qui incontra la miscela La Reserva de ¡Tierra! Humeco Bio-organic, valorizzando, quindi, il concetto di sostenibilità: si tratta di una miscela superiore di Arabica e Robusta di pregiate origini biologiche che contiene caffè proveniente dalla regione del Chiapas, in Messico, dove la Fondazione Lavazza sostiene più di 900 agricoltori.
Fra le specialità tipiche del posto, da assaggiare il Caffè Cavour, “che è una specie di bicerin, in questo caso dedicato al conte, servito con cioccolata calda e panna, con briciole di meringa sopra”, spiega Martina. Dall’ora dell’aperitivo vanno in scena i drink, spesso con caffè fra gli ingredienti: dall’analcolico Espresso Tonic, all’Irish coffee a base espresso.
Guarda che mare: Seeport, Ancona
Quando si dice “fronte del porto”: non è solo una citazione, per questo hotel del capoluogo marchigiano, Seeport Ancona, che del servizio del caffè ha fatto un punto importante in tutti i servizi di questa struttura affacciata sul mare. L’edificio, sorto negli anni Cinquanta su di un’antica batteria difensiva del Porto di Ancona, si inserisce con tutta la sua eleganza in quel contesto di vita di mare attiva e dinamica che caratterizza la città dorica.
A rendere ancora più preziosa la permanenza qui è, naturalmente, il caffè. “Si comincia dalla mattina con le colazioni, poi sulla nostra terrazza serviamo caffè a tutte le ore. Nei mesi caldi è popolarissimo il caffè alla salentina, con ghiaccio e latte di mandorle, mentre la sera fra i più richiesti per l’aperitivo c’è il cocktail al caffè più famoso al mondo”. A spiegarlo a The Blender è Stefano Conte, bar manager per le strutture Seeport in Italia. Che aggiunge anche come il servizio del ristorante gourmet Ginevra, guidato dallo chef Paolo Antinori, preveda una linea di caffè che definisce “prestigiosa”, in particolare per il caffè del dopo pasto. Si tratta della miscela Kafa, caffè Arabica 100%, monorigine Etiopia, originariamente raccolto a 2000 metri di altezza per poi essere gustato, con le sue note floreali, in questo caso, qui a due passi dal mare di Ancona.