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Tutti i “7000 caffè” della canzone italiana

artwork @Simone Brillarelli
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Da sempre, il caffè è al centro dell’evento canoro più seguito d’Italia: ecco le canzoni più belle del festival in cui la bevanda è stata protagonista

Ha segnato le canzoni in gara, ne ha determinato i testi, ha influenzato, con la sua presenza, tutti noi spettatori della trasmissione televisiva dell’anno e no, non si tratta di Pippo Baudo, ma di un altro grande protagonista indiscusso della kermesse e delle sue canzoni: il caffè.

Il sacro rituale che segna le nostre abitudini ha un ruolo fondamentale anche in occasione della settimana (santa) della canzone italiana. Da Fiorella Mannoia ad Alex Britti a molti altri, sono tanti i cantanti-coffee lovers che, nei loro testi in gara, hanno ribadito l’amore per questa bevanda.

La prima volta che il caffè è salito sul palco dell’Ariston è stato nel 1969. Di: Bigazzi, Del Turco, Reverberi, (pausa), Ma cosa hai messo nel caffè. Dirige l’orchestra il maestro Pietro Reverberi (Beppe Vessicchio non c’era ancora), canta un certo Riccardo Del Turco. La canzone – “Ma cosa hai messo nel caffè che ho bevuto su da te? C’è qualche cosa di diverso adesso in me…” – arrivò ultima, ma già ti vedo che la stai canticchiando. Come da tradizione festivaliera, infatti, se non uccide fortifica o, meglio, se arriva ultima sarà un successo (come testimoniano Vasco, Negramaro, Zucchero e così via). Il brano, in cui il caffè simboleggia l’amore che lui prova per lei, diventa un indimenticabile successo discografico e molti anni più tardi, a Sanremo 2013, Malika Ayane ne porta un’interpretazione tutta sua per la serata delle cover. Questa versione, però, al contrario della prima, è dimenticabilissima.

1981. Tra una serie di canzoni che lasceranno un ricordo nella storia (come Per Elisa di Alice, che vince), o un segno nei migliori karaoke d’Italia (Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, Maledetta Primavera di Loretta Goggi o la sigla del Festival di quell’anno: Gioca Jouer di Claudio Cecchetto), ebbene, in mezzo a tutto questo spunta Fiorella Mannoia che ammazza il tempo bevendo Caffè Nero Bollente. Un brano particolarmente audace per l’epoca, in cui il caffè del titolo e del testo, nero e bollente, appunto, rappresenta la voce di una donna che si basta da sola e che canta la sua forza e la sua indipendenza.

Un po’ di pepe nel caffè arriva nel 1984. Abbiamo un esordiente Eros Ramazzotti che ci regala le emozioni di una vita con Terra Promessa tra i giovani, Albano e Romina (che ancora si amano tantissimo) che vincono con Ci sarà, Fiordaliso che canta Non voglio mica la luna. E poi c’è lui, l’arlecchino del rock italiano, Alberto Camerini. La sua canzone in gara quell’anno, un po’ disco samba, un po’ sigla di un cartone animato anni Ottanta, che nessuno al mondo si ricorda (strano), si intitola La Bottega del caffè. Un flop poco apprezzato dai votanti tramite schedina Totip (arriva sedicesimo su venti), tanto da fargli lasciare per un po’ il mondo della musica. Ciononostante, il testo è una tenera dedica d’amore in cui il caffè, e quella bottega in cui viene servito, “accende la vita” e rende tutto ancora più dolce.

Arriviamo al 2003 per citare Alex Britti che decide di concedersi 7000 caffè e arrivare secondo (una delle poche canzoni che ci ricordiamo di quell’anno). Abbastanza sottotono anche l’edizione più recente, quella del 2019, firmata Claudio Baglioni. Debutta Achille Lauro, vince Mahmood, Ultimo si arrabbia perché non arriva primo. Francesco Renga partecipa con Aspetto che torni, si piazza in fondo e non se ne accorgerà mai nessuno. Poco dopo il Festival, però, Renga pubblica il nuovo album che include la canzone sanremese ma anche una ballata dal testo dolcissimo, L’odore del caffè. Un ricordo malinconico di una persona che non c’è più, che rivive in questo rituale e che avrebbe potuto portare in gara al posto dell’altra.

2020. Siamo davanti alla TV e siamo felici. Il Festival è l’ultima gioia prima del lockdown di cui ancora ignoriamo l’esistenza e soprattutto si vola altissimo con due semplici domande: Che succede? Dov’è Bugo? Tutto il resto è storia.
In questa canzone dal destino controverso di Morgan e Bugo, Sincero, c’è però una frase, in una strofa, che potrebbe essere rivolta a tutti noi coffee lovers: Trovati un bar che sarà la tua chiesa, una sorta di invito a trovare quel luogo del cuore in cui vivere ogni giorno il nostro rituale preferito. Almeno, a noi piace intenderla così.

Tra un caffè e l’altro… partecipa a Lavazza FantaSanremo Adventure!
Se si parla di Lavazza e della kermesse canora più seguita d’Italia, non si può non parlare di Lavazza FantaSanremo Adventure! Il fantasy game dalla sua nascita nel 2020 ha raccolto sempre più seguito, spopolando soprattutto sui social, e Lavazza ne è protagonista per il secondo anno. Come da regolamento, i partecipanti hanno a disposizione una squadra di big in gara e, tra un caffè e l’altro, non resta che sperare di aver fatto la scelta giusta.
Giocando nella lega Lavazza Crema e Gusto, si possono vincere fantastici premi. Il bonus? Naturalmente il caffè sospeso, che ogni cantante potrà lasciare a un altro cantante nello spazio presente al Forte di Santa Tecla di Sanremo, dove sarà presente Lavazza e Papalina, il proprietario dell’ormai famoso bar di  Porto Sant’Elpidio, il luogo esatto dove anni fa il gioco è stato nominato per la prima volta, nonché un bonus che ha segnato la storia.
 Scopri di più sulla Lega Lavazza a questo link. Papalina!

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