L’estate italiana, la spiaggia, il caffè: racconto di una giornata al mare
artwork @Simone BrillarelliDal bagnante che sussurra alle onde e ordina un espresso, ai professionisti della tintarella e la loro granita: l’estate ha sempre il gusto del caffè
C’è un momento preciso in cui si capisce che è tempo di vacanze e di mare. È un allarme olfattivo che risveglia l’istinto di cambiare abiti, habitat e abitudini. È il profumo del caffè che cambia con il salire delle temperature.
Arriverà un giorno, molto caldo e molto afoso, in cui l’odore del primo caffè del mattino che sale nella moka o scende nella tazzina della macchinetta, accenderà in noi il dolce ricordo o il desiderio, di berlo su una sdraio vista mare o al bar di uno stabilimento balneare.
Non c’è nulla che gridi vacanza e relax quanto la vita lenta dei bagni italiani e dei loro avventori ciascuno con un rituale di caffè che racconta più di quanto credano. Bollente all’alba o freddo nelle ore più calde?
Scopriamo insieme la fenomenologia dei bagnanti e i loro rituali di caffè, potreste riconoscervi o rivedere il vostro vicino di ombrellone.
I bagnanti che sussurrano alle onde
Sarà per il caldo o per l’incapacità di abbandonare i soliti ritmi cittadini, fatto sta che non appena sopraggiunge l’alba si alzano, si preparano e sono in spiaggia che l’arenile è ancora vuoto. Affacciandosi dal bar dello stabilimento osservano la foschia allontanarsi verso l’orizzonte e danno inizio alla loro giornata ideale sorseggiando il primo caffè guardando il mare.
Dietro al bancone è tutto un frenetico sistemare i succhi di frutta, esporre cornetti e altri dolci, focacce e toast; un rumoreggiare che segue il ritmo della radio in filo diffusione
Poi gli sguardi si incontrano, un sorriso, “Buongiorno”, ed ecco tutto è perfetto: la tazzina di espresso, il cornetto, il giornale ancora intonso. Il rituale comincia già dal primo sorso, e il tempo si ferma.
La spiaggia deserta sembra una cartolina degli anni ‘90 di quelle con sopra scritto “Saluti dal mare”.
Lentamente compaiono i bagnini operosi che in mezzo all’infilata di ombrelloni chiusi sistemano i lettini scrollandoli dall’umidità della notte. È il segnale per prendere posto, per primo, in quell’ordine così rassicurante e godersi lo spettacolo dell’arrivo di tutti gli altri.
I salmoni d’acqua salata
La vita in stabilimento è come quella condominiale. I vicini di ombrellone non si scelgono e talvolta si subiscono, per questo è tanto importante osservare e imparare le abitudini altrui per muoversi contro-corrente.
Di quest’ultima filosofia sono quelli che arrivano allo stabilimento dopo le 11 del mattino. Controllano la temperatura dell’acqua con la punta dei piedi, applicano i solari e poi li richiudono nel beauty al sicuro dalla sabbia; piazzano la bottiglia dell’acqua ghiacciata nel cono d’ombra dietro la sdraio tutto con una lentezza innata ed elegante. Vivono la vacanza in modalità rallentata, ma non per questo apprezzano le file, le attese, gli affollamenti.
Gli basta uno sguardo attento alla spiaggia: le mamme vegliano sui piccoli scavatori di tunnel e portatori di secchielli e in acqua è in corso una sfida inter-stabilimento a pallamano. Questo è il momento migliore per fare un salto al bar: molti tavolini sono liberi e il giornale dello stabilimento è abbandonato su uno sgabello, stropicciato dai lettori e dall’umidità, è fermo alla pagina dello sport e alle ultime del calciomercato.
Le canzoni della radio si confondono con i rumori della spiaggia e dietro al bancone già si comincia a lavorare in vista del pranzo. “Ciao, un caffè shakerato”.
Non c’è modo migliore di osservare con distacco la vita altrui. Sorseggiando l’espresso che si fonde nella dolcezza dello zucchero e si rinfresca con i cubetti di ghiaccio. È un inizio lento, godurioso, zuccherino e il progetto è di proseguire la giornata e l’intera vacanza con lo stesso spirito.
Professione tintarella
Hanno una tonalità intensa che vira al marrone e nessuno saprebbe dire quando sono scesi in spiaggia, forse sono lì da ieri o dall’inizio della stagione.
Cambiano posizione scivolando sulla pelle unta di olii solari e spostano il lettino seguendo il sole come una meridiana da spiaggia. Un po’ supini, un po’ proni, braccia in alto e palmi al cielo, ripetono tutto il giorno la loro sequenza testata negli anni, intervallata da una spruzzata di acqua salata come rinfrescante. E se anche la passeggiata sulla battigia è finalizzata a sfruttare al meglio il riverbero del sole sulle onde, figurarsi se è pensabile fare sosta all’ombra del bar per un caffè.
Dopo il pranzo a base di frutta, basta un gesto concordato ai ragazzi del chiosco per vedersi consegnare la granita di caffè al tavolino dell’ombrellone. Una brevissima sosta, prima di rimettersi in postazione e farsi sciogliere dal sole del pomeriggio.
I maestri delle ombre
Opposti ai bronzei professionisti della tintarella ci sono quelli che fuggono dal sole come la peste. Arrivano in spiaggia alle 9:30 con tutta la famiglia habitué dello stabilimento. L’ombrellone, in terza fila accanto alla passerella centrale, è sempre lo stesso da anni. Sono di casa e conoscono per nome e professione tutti i membri delle famiglie accanto oltre che ovviamente la titolare dello stabilimento di cui hanno visto crescere i figli. “Eri alto così l’anno scorso! Guarda come sei cresciuto!”. In questo arrivo affollato e rumoroso i maestri delle ombre si distinguono subito per il colore dell’incarnato e per la velocità con cui si accingono a sistemarsi nel cerchio di ombra. Resteranno in maglietta e calzoncini tutto il tempo in compagnia dei fedeli alleati contro la noia: le auricolari bluetooth e lo smartphone.
E quando saranno stanchi di starsene rannicchiati dietro alle sdraio e agli zaini, il miglior riparo sarà il bar. Anche se affollato di bambini di ritorno dal lungo bagno pre-pranzo, ancora avvolti dagli asciugamani, troveranno libero lo sgabello più alto, quello scomodo e piazzato sull’angolo del bancone. Da lì, accarezzati dalla brezza del mare, potranno gustare con calma la crema di caffè, refrigerante dolce e vellutata.
Fuori dal tempo
Arrivano in spiaggia alle 13, forse le 14, le 15? Che importa?
Sono i ragazzi reduci dalle sessioni di esami, gli adulti che hanno finalmente consegnato un progetto di lavoro impossibile e tutti quelli hanno la vita imbruttita da scadenze, orologi e calendari. Per loro “vacanza” è solo quando si assecondano i bisogni nel momento esatto in cui si manifestano. Tanto l’ombrellone è quello di famiglia, dei genitori che passano la giornata ad arrostirsi sui lettini incuranti dell’ora e del tempo che passa o dei nonni che vengono in questo stabilimento da oltre 30 anni dando il via ad una tradizione di famiglia inviolata e inviolabile.
Chi vive fuori dal tempo si accontenta di poco: ha solo bisogno di un posticino dove poggiare borsa e zaino e un rettangolo di sabbia dove sistemare il telo mare. Un tuffo rinfrescante e poi un pisolino. Resteranno in uno stato semi catatonico fino al tardo pomeriggio, spinti ad alzarsi da una certa fame di gelato e una voglia matta di cappuccino. La “colazione” fuori tempo massimo che basta per arrivare in forze all’appuntamento con gli amici per l’aperitivo.
Meteore di mare
La fenomenologia del caffè estivo comprende altre categorie più fugaci che compaiono e si dileguano in pochi istanti. Sono per esempio i genitori lavoratori che accompagnano i figli in spiaggia e li affidano ai nonni sussurratori di onde. Giusto il tempo di fare due chiacchiere con la famiglia dell’ombrellone accanto e poi scappano via ad occuparsi di qualcosa di impellente, forse semplicemente godersi la solitudine. C’è giusto il tempo di un espresso decaffeinato macchiato freddo, bevuto di corsa buttando un occhio ai ragazzini già impanati di sabbia. Beati loro.
Non dimentichiamo i bagnanti part-time.
Si godono il sole con la famiglia solo al lunedì mattina e negli altri giorni solo per poche ore.
Sono i fortunati che vivono in una città di mare, ma lavorano nel turismo. Così eccoli, sfiancati dalla corsa e da quell’abbronzatura imperfetta che si ferma a metà bicipite e che sanno non riusciranno a rendere omogenea se non, forse, a fine stagione.
Il loro pranzo è un panino farcito consumato confrontandosi con i gestori dello stabilimento sull’affluenza dei turisti e il loro caffè è ristretto, bevuto velocemente prima di concedersi un paio di ore sotto al sole e un tuffo veloce. Le 15:30 arriveranno in fretta e saranno di nuovo di corsa per farsi una doccia e tornare a lavoro. Andando via lasciano un caffè pagato per Antonio, che è in spiaggia dalle 7 e che fra poco salirà di nuovo al bar per un giro di carte con i soliti amici.
Avete scoperto quale categoria di bagnanti siete? Maestro delle ombre, professionista della tintarella o fuggitivo del tempo? Nel dubbio, leggete il caffè, sa già tutto di noi.